Bambin* gender variant

Se l’esperienza dei bambini gender variant fino a poco tempo fa poteva essere raccontata solo attraverso gli strumenti dell’approccio scientifico rigorosamente limitato alla medicina, negli ultimi tempi hanno trovato spazio altri attori sociali e altre riflessioni. La richiesta è che la varianza di genere in infanzia sia considerata un’esperienza sana e legittima, da validare e tutelare negli spazi sociali più importanti della vita de* bambin*, in particolare in famiglia e a scuola.

Il concetto viene evidenziato in relazione ai genitori: “La varianza di genere in infanzia può essere una straordinaria esperienza per un genitore quando arriva alla consapevolezza che non c’è “malattia” o “disturbo” da curare ma l’opportunità di conoscere e capire che esiste una realtà ben più ampia e colorata di quella che pensiamo di conoscere” (https://www.queermagazine.it/)

L’analisi poi continua: “non è riconosciuto nessun diritto rispetto all’autodeterminazione di genere (…). Non si tratta di includere “persone diverse”, ma di crescere in un campo pedagogico in cui mettere in discussione il binarismo e l’eterosessualità come norma. La scuola deve diventare il luogo dove le diversità, tutte, rappresentino un valore aggiunto, con la possibilità di crescere come persone libere e come società, l’unica possibilità di cambiamento” (http://www.genderlens.org).